2013, Le indagini

Castello di San Zeno – Montagnana (PD)

La prima struttura militare cittadina, risalente all’epoca feudale, se non addirittura precedente, va ricercata nella zona dell’attuale Castel S. Zeno, nella parte orientale della città. Un’osservazione approfondita rivela tracce di differenti epoche costruttive: i muri sono di laterizio, ma a livello del suolo notiamo la presenza di mattoni alternati a grossi blocchi di trachite.
Diversamente dalla Rocca, che rimase fondamentalmente inalterata nelle sue forme, questo Castello subì numerosi rimaneggiamenti.
Il fossato interno non è più rilevabile, ma esistette fino all’epoca austriaca, quando venne ridotto a piazzale, mentre la parte a sud rimase aperta fino a tempi ancor più vicini a noi. Il fossato era scavalcato da ponti le cui arcate esistono ancora sotto il piano stradale. All’inizio del XVIII secolo i ponti in legno furono tolti e sostituiti con ponti in cotto. Si noti il foro per la carrucola della catena che abbassava la passerella pedonale.
L’androne di passaggio è costituito da due spesse muraglie, ognuna delle quali sostiene una saracinesca: al di sopra di queste, passano i corridoi di comunicazione fra il corpo del castello e la Torre. Purtroppo, i numerosi rifacimenti impediscono di avere un’idea precisa dei congegni di sollevamento delle saracinesche e dei preesistenti cammini di ronda. Un felice restauro ha invece permesso di salvare il bel portone rinforzato da borchie di metallo.
Il castello vero e proprio è costituito da quattro ambienti attorno ad un cortile interno, con due torri minori piantate di sghembo. I muri sono piuttosto spessi (125 cm.), la merlatura manca o è stata rifatta.
Sulle pareti orientale e occidentale, osserviamo il bel ballatoio ligneo ricoperto, recentemente restaurato utilizzando il più possibile il materiale originario. Nella cappella del Castello sono stati ritrovati affreschi di un certo interesse, conservati nell’attiguo museo.
La torre chiamata “di Ezzelino” è l’edificio militare più antico della città, che domina dall’alto dei suoi 38 metri e rappresenta una delle caratteristiche salienti della cinta fortificata. Alla base misura ben 12 m. di lato che si riducono a nove sopra la scarpata; lo spessore del muro passa dai quasi tre metri della base a meno di un metro in alto.
All’interno esistevano sette solai di legno, crollati in seguito. Tracce di lavori eseguiti in epoca diversa testimoniano che in origine doveva essere più bassa e che subì successivi innalzamenti; per qualche tempo ebbe un tetto, testimoniato ancora nel 1809, sul quale era sistemata una cabina per le segnalazioni militari a distanza.
Entrare nella torre era piuttosto complicato: in primo luogo, si accedeva da un’unica porta, situata a buona altezza; inoltre, si doveva superare un vero labirinto di percorsi esposti al tiro delle guardie dalle feritoie e sotto la minaccia delle caditoie. Le comunicazioni fra i diversi piani avvenivano tramite botole con scalette a pioli retrattili. A varie altezze si trovano le feritoie che, se dall’esterno sembrano sottili fessure, all’interno si aprono in strombature abbastanza grandi da contenere un arciere. Proprio queste aperture della muratura sono all’origine dei crepi che in vari secoli si formarono e sono stati chiusi nel recente restauro.
All’inizio del ‘700, a ovest della Torre, fu edificata un’ala per alloggiare le truppe venete di cavalleria, quella che verrà poi chiamata sala veneziana con la sovrapposta sala austriaca.
In epoca austriaca il Castello fu restaurato e venne aggiunta sul lato est un’ampia costruzione merlata. Come si diceva, il fossato interno fu in parte colmato e ridotto a piazzale, mentre l’area a sud venne trasformata in maneggio. Il Castel San Zeno fu luogo di presenza assidua dei magistrati veneti responsabili dell’immagazzinamento della preziosa canapa prodotta dal territorio, che veniva avviata all’Arsenale di Venezia.

L’interno
L’interno del vecchio castello è stato adattato ad uso pubblico: l’ala veneziana comprende due grandi sale per conferenze e mostre, mentre gli ambienti del Castello ospitano il Centro Studi sui castelli, che opera dal 1954 e raccoglie un’imponente documentazione sui castelli di tutta Europa; vi si trovano inoltre la Biblioteca, l’Archivio municipale, il Prototeatro.

Musei
Al pianterreno e al primo piano, si trova il Museo civico, con numerosi reperti dell’età del bronzo, paleoveneti e romani, ceramiche medioevali e rinascimentali, ed alcuni pregevoli dipinti. Si può seguire una specie di itinerario didattico con disegni e didascalie, curato dalla Sovrintendenza, che aiuta il visitatore a farsi un’idea della cultura materiale di questi primi abitanti di Montagnana.
La scoperta più affascinante degli ultimi decenni è stata quella della necropoli romana dei Vassidi, con tombe e una gigantesca iscrizione, elegante e ben curata, che si può ammirare nella sala – lapidario assieme agli oggetti del corredo funebre e ad altre iscrizioni trovate nel territorio.
Il Museo Martinelli Pertile raccoglie cimeli e ricordi legati ai due grandissimi tenori montagnanesi, nati curiosamente nello stesso anno e a pochi metri di distanza. A questo proposito, ricordiamo l’Arena Martinelli-Pertile per spettacoli teatrali, ricavata dopo l’interramento di un antico fossato interno del castello.

[fonte: http://www.tesoritralemura.com/it/05_web_montagnana_castel_san_zeno.asp]

La Leggenda

All’arrivo delle truppe della Serenissima Repubblica di Venezia nel 1405, Tommaso da Mantova, che era Podestà cittadino per conto di Francesco Novello Da Carrara, rifiutò di seguire il suo popolo nella dedizione alla Dominante.
Preferì restare fedele al suo signore fino all’ultimo e si asserragliò con pochi fedelissimi all’interno della Rocca degli Alberi, fortezza inespugnabile voluta da Francesco il Vecchio Da Carrara nel XIV secolo.
Riuscì a resistere per alcuni giorni, fino a che il castello fu occupato e Tommaso, caduto vittima di una rivolta popolare, fu giustiziato.

Il suo fantasma ancora infesta le sale del Castello di San Zeno, accendendo e spegnendo luci fatue nelle antiche stanze e soprattutto lungo le scale dell’antico Mastio voluto nel 1242 dal tiranno Ezzelino III Da Romano.
Rumori provenienti dal nulla, luci che si accendono e si spengono senza motivo, rumori inspiegabili… ma non è tutto. Nel 2005 un team di parapsicologi affiancati da un sensitivo, intenzionati a rilevare presenze di fantasmi nel cortile interno del castello con una sofisticatissima apparecchiatura infra-red hanno ripreso in modalità video una sagoma eterea. Si trattava all’apparenza di una dama, che pareva apparsa intenzionalmente come a voler dare una dimostrazione della propria esistenza in loco, un fugace saluto prima di sparire con estrema grazia tra le sale antiche del museo civico ospitato nel castello.[fonte: http://www.tanogabo.it/letture/fantasma_Montagnana.htm]

Relazione indagine e foto

 

 Video spostamento Gianfranco

 

ANALISI MATERIALE AUDIO

Nell’indagine sono stati usati tre dispositivi digitali portatili (due Sony, un Olimpus), un sistema ITC portatile e un sistema audio composto da preamplificatore, mixer, due microfoni a larga banda e uno in bassa frequenza collegati a pc portatile con software dedicato rilevando 14 anomalie meglio indicabili come EVP ovvero “voci dall’oltre”. Al contrario di ciò che ci è successo nelle altri indagini, le entità hanno interagito finchè si era presenti probabilmente perché necessitavano di energia dai presenti per comunicare. Le evp nel complesso risultano con voce flebile,  alcune volte sussurrate e decise come nel caso della registrazione con il dispositivo ITC. Si allegano i file dove se ne consiglia l’uso delle cuffie per un miglior ascolto dopo aver letto naturalmente, il titolo dell’audio.

1 – “Il cappio”

2 – “Francè” o “Non c’è” dopo la domanda di un’operatrice

3 – “Sì” dopo sensazione Orazio

4 – “E’ certo sì” dopo sensazione Orazio

5 – “Non mi trovo più”

6 – “Salvarci”

7 – mugugno

8 – rumore avvertito da Orazio

9 – segno ricevuto dopo domanda di Orazio

10 – Alla domanda di Orazio c’è la risposta: “due uomini”

11 – Alla domanda riceviamo come risposta “Betta”

12 – “Vita” (sotto la voce degli operatori)

13 – voce sotto le parole degli operatori

14 – urlo

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