Dimora del leggendario tiranno Ezzelino III da Romano, ma anche luogo di prigionia e tortura: oggi il nostro viaggio nel mistero ci porta a Padova in uno dei più importanti beni storici, architettonici, artistici e militari della città.
La fortificazione dell’area del castello, trova inizio molto prima dell’epoca carrarese: tracce di precedenti fortificazioni di quest’area risalirebbero sino all’epoca romana e successivamente bizantina.
Tra X e XI secolo, venne edificato un complesso, che aveva come nucleo la Torlonga, un’imponente torre dai muri spessi oltre 2 metri. Un primo vero e proprio castello fu voluto da Ezzelino da Romano, tiranno della città dal 1237 al 1256. Egli sfruttò la presenza della Torlonga, e il convergere di 2 tratti delle mura duecentesche per innalzare un fortilizio, concluso nel 1242 .
Caduto Ezzelino, il suo castello venne acquisito dalla signoria dei Carraresi, i quali oltre ad averne migliorato l’efficacia militare, con
Umbertino da Carrara costruirono anche il celebre traghetto: un sistema di archi pensili che congiungeva il castello (simbolo del potere militare), alla reggia carrarese, (simbolo del potere politico).
Nel 1374 il castello venne ampliato, e colorato a scacchi bianchi e rossi.
Vi emergono due torri: la torlonga a sud ovest, e un’altra torre a nord est, posta a guardia dell’odierna piazza castello. Qualche traccia dell’antico dipinto a quadri, è ancora visibile in questa rientranza tra le murature.
Il castello, oltre che fulcro della difesa militare, aveva anche la funzione di rappresentanza: moltissimi erano gli ambienti affrescati, e in quasi ogni sala si poteva scorgere il simbolo della signoria.
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